Home Il Sommelier Magazine n2 2020 FAMIGLIA NUMEROSA, QUELLA DEL GAGLIOPPO!

FAMIGLIA NUMEROSA, QUELLA DEL GAGLIOPPO!

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Ugo Baldassarre

A molti può sembrare che la Calabria del vino ruoti quasi esclusivamente attorno al nome di un vitigno, il Gaglioppo. Eppure, anche se il Gaglioppo ne rappresenta il centro, c’è tutto un universo intorno: il patrimonio ampelografico calabrese è straordinariamente ricco, tra i più interessanti d’Italia.

Il lavoro di ricerca sui vitigni minori prende la stura nel 1993, quando in una prima vigna sperimentale vicino Cirò vengono innestati e messi a dimora il Magliocco, l’Arvino, Il Mantonico bianco, il Pecorello. Da subito, Magliocco e Mantonico danno grandi risultati, dimostrano di essere grandi uve da vino. Poi, dal ’99 parte una seconda fase, che vede affiancarsi le migliori professionalità del territorio e l’ARSSA, l’Agenzia Regionale per i Servizi e lo Sviluppo in Agricoltura; vengono coinvolti i Vivai Rauscedo e, ancora, a partire dal 2001, il prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano. Nel vigneto sperimentale Rosaneti, in località Rocca di Neto (KR) confluiscono prima i maglioli prelevati dall’areale di Savuto e poi, contestualmente ad un lavoro di zonazione pedologica, la campionatura prelevata praticamente da tutta la Regione: in un breve lasso di tempo, dal 2000 al 2003, dai 25 vitigni iniziali si arriva a circa 200 varietà autoctone.

La ricerca sui vitigni porta inevitabilmente alla luce anche un problema, non facilmente risolvibile, di omonimia, assonanza e duplicazione dell’onomastica varietale; ciò del resto accade in ogni lavoro di ricostruzione storica, in ogni luogo d’Italia e soprattutto in certe aree del Sud, dove lo stesso termine, adoperato a distanza di pochi chilometri, indica varietà sostanzialmente diverse tra loro o dove, al contrario, per indicare l’identico vitigno si adoperano tante definizioni differenti.

Ciò accade, ad esempio, col Magliocco dolce, chiamato comunemente Lacrima, Guarnaccia nera o Arvino nero, anche se quest’ultimo è un genotipo a sé; oppure con lo Iuvarello, che altro non è che il Bianco d’Alessano o ancora l’Uva della Scala che è un altro nome del Mantonico bianco.

Tanti i vitigni e tante le curiosità, a partire dalle locuzioni dialettali con cui sono definiti, il Piedilungo, la Sanguinella, la Lagrima, la Zizza di vacca, il Piedicorto, la Puttanella o il Guardavalle. E ancora: Cerasella, Bastarda Rossa, Sforbiciata, Gaddrica – dalla pronuncia dialettale di Gallica –, Cottunara, Mangiaguerra, Bagnarota, Lampazzona, Pizzuta, Ianculilla, Occhi di lepre, Petruniri, Petrisi, Uva Ruggia, ‘Mparinata, Marchesana, Marcarisa. Tra quelle imparentate con altre regioni del Sud abbiamo Olivella, Corniola, Zibibbo e Zibibeddu, Aglianica, Mangiaguerra, Nero di Sicilia, Calabrese, Nerello Cappuccio, Nerello Mascalese e le tante tipologie di Nerello.

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