“Il nostro modello di sviluppo economico è la qualità. L’Italia non è una nazione di quantità: siamo piccoli in termini di territorio e popolazione, quindi giochiamo la sfida della qualità nei quali siamo i primi. Questo è l’elemento che ci deve rendere orgogliosi, ma l’orgoglio non fa reddito, come invece fa la consapevolezza di quello che abbiamo in termini di pentenzialità e di come sfruttarla al meglio”. Ha spiegato Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste prima di dare dare il via al Wine Ministerial Meeting, la Conferenza Internazionale sul Vino organizzata dal Governo italiano che il 12 aprile ha raccolto 31 Paesi produttori da 5 Continenti riuniti in Franciacorta presso la Cantina Ca’ del Bosco, coinvolgendo anche l’OIV – l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino.
“Insieme alle altre Nazioni lavoriamo in un confronto serrato per guardare a una sicurezza alimentare del pianeta che sia fatta non solo di cibo per tutti, ma di buon cibo per tutti, quindi il diritto a una equità da questo punto di vista” ha proseguito il Ministro Lollobrigida. “Lavoriamo sulla valorizzazione degli asset, sulla ricerca, sull’innovazione e anche sui rapporti con i Paesi in via di sviluppo. Sono orgoglioso che in questo evento partecipino rappresentanze dei 5 Continenti: Sudafrica, Nuova Zelanda, Cile, tantissime Nazioni europee. C’è una partecipazione e un interesse eccezionale a quello che l’Italia può dare in termini di consigli, suggerimenti e soprattutto esempi”.
“Il tema del consumo del suolo? È uno degli elementi che troviamo qui in Franciacorta: qui si è lavorato nel tempo con regole che non hanno puntato sulla quantità fine a se stessa e il tentativo di fare cassa immediatamente e senza guardare in faccia a nessuno” ha concluso il Ministro. “C’è una valorizzazione del territorio, basta guardarsi intorno e osservare come l’uomo ha scolpito la natura proteggendola e garantendola dagli effetti collaterali del cambiamento climatico, dagli effetti del dissesto idrogeologico. L’agricoltore, qui è evidente, ha il ruolo di primo ambientalista ed è riuscito a produrre una crescita anche economica senza impatto ambientale, senza consumo del suolo eccessivo, anzi il contrario. Una regolamentazione del Consorzio che protegge il territorio e dà delle regole anche sui numeri che permettono di avanzare più sul valore del territorio che sul quantitativo e quindi sull’estensione dei vigneti”.
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