QUANDO L’ARTE INCONTRA IL VINO, GLI ARTISTI FRA NOI SOMMELIER

Il Sommelier Magazine QUANDO L’ARTE INCONTRA IL VINO, GLI ARTISTI FRA NOI SOMMELIER
Dopo una degustazione immagino lo scontro tra un mio Perseo e Medusa tra vigneti e fiumi di vino per descrivere la sensazione che mi ha dato il vino dal carattere potente.
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Rino Sauta con una sua scultura di un cavatappi gigante (scala 10:1) in ferro realizzata nel settembre 2019 per il centenario del brevetto del cavatappi francese Zig Zag.

Intervista al nostro Associato Rino Sauta, appartenente alla Delegazione Fisar Alessandria-Asti, una personalità dall’animo artistico e versatile.

 

Sommelier, fotografo, scultore, appassionato d’arti grafiche e uno dei maggiori collezionisti europei di cavatappi, raccontaci com’è nata questa passione?

La passione e la creatività  mi accompagnano  da sempre,  provenendo dal settore del marketing ho cercato di coniugare i miei interessi  e portare  questa passione anche  nel mondo del vino. Infatti, le mie opere hanno preso una direzione ben precisa che è quella di comunicare il vino attraverso le mie capacità artistiche,  come risulta evidente da alcune creazioni.  Da circa trenta anni colleziono cavatappi ed oggetti che raccontano la storia del sommelier.

 

Hai anche partecipato al nostro concorso “Progetta la tessera Fisar”. E’ stata un’esperienza interessante?

Ho partecipato al concorso nel 2018 ed è stata un’esperienza bellissima, che ha messo in evidenza, soprattutto,  la possibilità che la Fisar dà ai suoi associati di poter partecipare attivamente alla vita della Federazione e di potersi esprimere non solo per commentare dei  vini ma anche per far emergere lati nascosti, virtù e capacità di ognuno di noi. Così  mi sono lanciato in questo concorso ed  ho inviato 3 opere, una di queste è arrivata al 2° posto, con mio grande orgoglio.

 

La tua arte ti influenza mentre fai un servizio da sommelier? O viceversa?

Sono sempre attratto dai dettagli particolari come l’estetica di una bottiglia, il perlage o la forma di un calice. Li noto, tant’è che alcuni di questi dettagli mi ispirano e magari  parte l’immaginazione che mi spinge a creare un’opera dedicata a quel particolare vino o a quel dettaglio.  Quindi, direi proprio sì!  Fare il sommelier  è fonte di continui stimoli creativi. L’ispirazione, inoltre, mi viene spesso anche dal paesaggio, del resto vivendo tra le colline dell’Alto Monferrato in Piemonte viene quasi naturale lasciarsi trasportare  da tanta bellezza.

 

Progetti per il futuro?

Attualmente sto ristrutturando un vecchio fienile qui nell’alto Monferrato;  dove poter esporre le mie opere, la collezione di cavatappi, di  tastevin, di  tagliasigari (fine ‘800) come quelli fatti a forma di bottiglia di champagne che le principali maison donavano ai clienti importanti.  Le persone potranno venire a degustare  i vini del territorio magari bottiglie con etichette personalizzate da me. Ho anche un altro  progetto,  indubbiamente ambizioso, che è quello  di portare in giro per l’Italia, nelle varie manifestazioni,  le mie opere.