PANETTONE VS. PANDORO: UNA SFIDA DAL SAPORE DOLCE
Marzio Berrugi
Non soffriranno delle restrizioni che il Natale forse porterà con sé perché entrambi sono dolci che si consumano da sempre in famiglia, più o meno allargata, ma in famiglia. Tutti intorno al tavolo in attesa delle fette che il padrone di casa, dopo aver tolto l’involucro intiepidito con attenzione – camino, termosifone, in casi disperati anche l’asciugacapelli – distribuirà partendo dai piccini poi gli anziani, tenendo per sé l’ultima fetta.
Dopo gli immancabili paragoni tra le varie etichette in commercio si levano i calici – non rare le flûte, fanno festa e fino – e si brinda alle immancabili fortune che il nuovo anno porterà. Ma con che vino si son riempiti i bicchieri? Mi fanno compassione i “negazionisti”:
per costoro sul dolce si beve il brut per contrastare le sensazioni burrose e dolci che invadono il palato senza rendersi conto, accecati dal negazionismo, dell’offesa che così recano alle papille gustative torturate dall’esplosione dolce-acida che il brut provoca unendosi al boccone appena masticato. Percezioni, che dovrebbero armonizzarsi, si fan guerra devastando il palato.