Giampaolo Zuliani
Lo scorso 30 giugno è stato firmato il Decreto di espressione interministeriale (Mipaaf. Mibact e Mattm), che rende attuativo il riconoscimento dei vigneti eroici e storici come patrimonio culturale. Il percorso di valorizzazione del panorama vitato italiano nei luoghi ad alto valore ambientale e storico è giunto finalmente a compimento nel suo iter burocratico; ora si attendono le domande dei proprietari e produttori che ritengono di valorizzare il proprio vigneto attraverso il riconoscimento istituzionale.
Nel Nord Italia i vigneti che rientrano nella viticoltura eroica sono numerosi. La Valle d’Aosta è praticamente un vigneto eroico in quasi tutte le denominazioni principali. L’areale di Morgex, dove le vigne sono poste ad altitudini al limite della coltivazione della vite, è composto da un paesaggio delicato e fragile che testimonia la capacità del Prié blanc di adattarsi al clima rigido. Le viti, talvolta a piede franco, sono sostenute da un sistema articolato di travature orizzontali che poggiano su piccoli pilastri in pietra locale. I vini che si ottengono, nelle migliori interpretazioni, sono figli di questo terroir ed esprimono nei caratteri di alcol contenuto e nella ricchezza di acidità le peculiarità maggiormente riconoscibili.
In Piemonte sono diffuse le aree di viticoltura eroica nella fascia pedemontana. In particolare la Val di Susa, la Val Chisone e la Valle Ossola. Nelle Langhe nella Valli del Belbo e Bormida e in alcune vigne a forti pendenze del Roero. In Valle Ossola sono caratteristiche le topie, antichi sistemi di allevamento, dove si coltiva il Prunent, il Nebbiolo ossolano.
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In Lombardia la Valtellina è il luogo maggiormente significativo che esprime nelle sue tipiche terrazze a forti pendenze il lavoro instancabile di indomiti viticoltori che in centinaia di anni hanno cercato di addomesticare un territorio severo e difficile. I quasi 2.500 Km di muretti a secco che nei secoli sono stati costruiti testimoniano la capacità e la volontà di coltivare la vite su inclinazioni che sfiorano, in alcuni punti, il 40% di pendenza. Il vitigno principe coltivato, il Nebbiolo di montagna, localmente chiamato Chiavennasca riesce a donare vini di estrema eleganza e finezza.
La Liguria, come la Val D’Aosta, è un esempio a cielo aperto di viticoltura eroica: più del 90% della superficie vitata della regione insiste su territori a forte pendenza e su sistemi di terrazzamenti. L’area più caratteristica e conosciuta sono le Cinque Terre, un luogo che affascina il visitatore. Le vigne sono collocate in piccoli terrazzi, riarsi dal sole, che degradano verso il mare. Le vigne sono inserite nella macchia mediterranea ricca di mirto, lentisco e ligustro in un intimo legame di inusitata bellezza. I vini, prodotti con i vitigni maggiormente coltivati, il Bosco, l’Albarola e il Vermentino, nella versione passita lo Sciacchetrà, esprimono nel corredo aromatico l’appartenenza al territorio e lasciano spazio, oltre alle tipiche note della frutta passita e candita, a quelle note salmastre e iodate che definiscono i vini prodotti in prossimità del mare. A Dolceacqua, poco fuori il paese omonimo caratterizzato da quello straordinario esempio di architettura civile che è il ponte sul fiume Nervia raffigurato anche dal celebre pittore C. Monet, le vigne di Rossese si inerpicano verso la sommità delle colline su terreni a forte pendenza. Il vino che si produce è delicato, sottile, con un corredo tannico gentile che apparentemente sembra contrastare la durezza del territorio di origine.
In Trentino quasi un terzo della superficie vitata si trova, per caratteristiche orografiche, in zone a viticoltura eroica. Una delle aree maggiormente significative è la Val di Cembra che appare come un unico anfiteatro esposto a Sud che poggia su terreni ricchi di porfidi. Le viti, quasi tutte coltivate con vitigni a bacca bianca, sono poste su terrazze con un andamento a giro poggio che seguono le curve di massimo livello. Il vino più caratteristico si ottiene dal vitigno Müller Thurgau che è sicuramente l’esempio eloquente di adattabilità ad un territorio molto specifico; il vino esprime così eleganza, finezza e mineralità.
In Alto Adige la metà della superficie vitata insiste in terreni a forte pendenza e ad altitudini elevate. In particolare la Val Venosta e la Valle Isarco sono le due aree più caratteristiche. In Val Venosta le altitudini sono significative ed esaltano le escursioni termiche. Il Riesling, la bacca bianca caratteristica dell’area, trae beneficio da queste condizioni climatiche ed esprime un corredo aromatico intenso e fine. In Valle Isarco si trovano vigneti impervi nella parte a nord di Bressanone poco sopra Varna su terreni ricchi di sabbie e ciottoli. Queste condizioni sono particolarmente indicate per le bacche bianche, quali il Grüner Veltliner e il Silvaner in particolare, che donano vini sapidi ed eleganti.
In Toscana la viticoltura eroica interessa le piccole isole, il Giglio, l’Elba e la Capraia. Negli ultimi anni, in accordo con il Ministero di Grazie e Giustizia, è stato promosso un progetto di ritorno della viticoltura sull’Isola di Gorgona al fine di valorizzare un territorio da troppo tempo abbandonato. Coltivare la vite in questi territori significa sfidare i venti marini, utilizzare le barche per lo spostamento delle attrezzature e per portare sulla terra ferma l’uva per quelle aziende prive di cantine in loco.
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