Giampaolo Zuliani
La denominazione Garda è una Doc interregionale molto ampia e variegata. Insiste su due regioni, la Lombardia, nella provincia di Brescia, e il Veneto, nella provincia di Verona. Nella provincia di Brescia occupa la porzione storica della denominazione all’interno dei 25 comuni che ne costituiscono l’ossatura tradizionale. Infatti è solamente per quest’area ben delimitata che si può utilizzare il termine Classico, per designare l’area di più antica origine. Per la provincia di Verona invece la denominazione occupa un’area molto estesa, in 43 comuni, abbracciando territori compresi anche nelle classiche denominazioni, Lugana, Custoza, Bardolino, Valpolicella e Soave.
In un territorio così ampio e variegato è necessario individuare alcune matrici comuni e definire le aree omogenee al suo interno. Le matrici comuni sono soprattutto climatiche poiché i territori in prossimità del bacino lacustre del Garda sono influenzati dalle imponenti masse di calore che il lago rilascia durante il periodo autunnale ed invernale andando ad incidere sulle temperature medie e definendo l’area con un clima sub-mediterraneo. Nei territori ad est, nell’area più orientale della Valpolicella e a Soave l’influenza del Benaco è inferiore e in particolar modo nelle strette valli disposte con un andamento nord-sud il clima è sostanzialmente continentale temperato. In questo clima temperato le uve maturano perfettamente e durante la primavera l’allegagione è garantita, mentre il corredo aromatico delle uve non è mai molto marcato a fronte di un delta termico basso. [ihc-hide-content ihc_mb_type=”block” ihc_mb_who=”unreg” ihc_mb_template=”3″ ]
Un’importanza rilevante all’interno dell’analisi climatica la rivestono i venti che interessano un’area molto complessa dal punto di vista morfologico. I venti del Garda sono il gruppo maggiormente rilevante e si sviluppano con un andamento nord-sud al mattino, mentre nel pomeriggio risalgono verso nord. Il più conosciuto di questi è l’Ora che spira nelle prime ore del pomeriggio e si incanala velocemente verso nord favorito dall’imbuto naturale che si crea dalle conformazioni montane verso la parte alta del lago. La differenza di temperatura tra alto e basso lago è sicuramente il fattore determinante che crea le condizioni ideali per le formazioni ventose. I venti che spirano costanti sui territori circostanti il Benaco determinano una buona sanità delle uve e nei territori più a nord della denominazione Garda classico rafforzano il delta termico tra la notte e il giorno poiché si scontrano con i venti più freddi che scendono dalle Prealpi. I vini prodotti nei vigneti dell’alto lago risultano quindi maggiormente profumati con un corredo di acidità maggiore rispetto ai vini prodotti nei territori meridionali del lago.
I terreni sono di matrice fluvio/lacustre e glaciale originatesi con il ritiro del grande ghiacciaio dell’Adige che ritirandosi ha depositato materiali quali sabbie, ciottoli e argille. I terreni sono quindi sciolti, ben drenanti definiti morenici. Nelle aree ad est, in Valpolicella i terreni sono invece di matrice diversa, ricchi di calcari, mentre a Soave le matrici sono di origine vulcanica con la presenza dei tipici basalti. Nei terreni morenici, quindi nel Garda classico, i vini che si producono sono sottili, eleganti, sapidi, non adatti a lunghi invecchiamenti. Nei terreni ricchi di calcare della parte orientale si producono vini invece maggiormente strutturati, con una maggiore attitudine all’invecchiamento. Nelle vigne di Soave, su terreni di matrice vulcanica si ottengono vini complessi con dei corredi aromatici molto distintivi nei quali emergono le caratteristiche note minerali. Nei vigneti intermedi, a sud del lago, tra Desenzano e Castelnuovo, i terreni, maggiormente argillosi favoriscono la produzione di vini caldi, grassi e di corpo sostenuto.
I vitigni ammessi in una denominazione così ampia sono molteplici, dai caratteristici Groppelli della zona classica sino alla Corvina della Valpolicella e di Bardolino, sino alla Garganega di Soave. All’interno di questa matrice di tipicità si possono coltivare inoltre vitigni tradizionali quali il Marzemino, il Sangiovese, la Barbera, il Cortese, fino ad espandersi nei vitigni internazionali quali il Cabernet Franc e Sauvignon, il Merlot, il Pinot Nero, il Pinot Grigio e Bianco, il Riesling e lo Chardonnay.
La zona Classica della Denominazione è sicuramente l’area più interessante della stessa perché contiene tutti quei valori storici, culturali e ambientali che caratterizzano la vocazione delle aree storiche. L’area rientra in quella vasta porzione di territorio dove la viticoltura ha origini antiche. In epoca romana si produceva il famoso vino Retico, presente sulle tavole imperiali e decantato successivamente da Teodato, re dei Ostrogoti, con l’appellativo di “vin regale”. Il vitigno caratteristico della zona è il Groppello, nei biotipi Gentile, Santo Stefano e Mocasina. Questo vitigno è coltivato nella riviera del Garda bresciano dall’antichità dove lo troviamo citato da Plinio, Catone, Virgilio e Cassiodoro. Al termine groppelli si associavano probabilmente una serie di vitigni che avevano la caratteristica di presentare un grappolo piccolo, compatto, dagli acini serrati, nel vernacolo locale grop significa nodo. Il Bacci nel 1596 lo accomuna per queste caratteristiche alle pignole.
I vini che si producono nella sottozona Classica con il Groppello sono i Classici Chiaretti, il Rosso nelle versioni base, Superiore e il Rosso Riserva. I Chiaretti sono vini rosati caratteristici che, ideati a fine ‘800 da Pompeo Gherardo Molmenti, hanno trovato una loro definizione stilistica e commerciale finalmente compiuta e trovano negli abbinamenti con il pesce di lago un matrimonio di grande suggestione; i vini rossi a base di Groppello, con piccole aggiunte di Marzemino, Barbera e Sangiovese sono espressioni di un territorio che si traduce in prodotti delicati e fini. Le versioni Groppello Riserva e Superiore riescono ad essere vini eleganti, complessi, con note speziate ben espresse, di corpo medio e trovano nel piatto tipico dello spiedo alla bresciana il loro abbinamento più caratteristico. [/ihc-hide-content]
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