Antonio Mazzitelli
A pochi chilometri da Bolzano, circondato da dolci colline ricolme di vigneti, splende, nel cuore della Valle dell’Adige, il Lago di Caldaro, un enorme paiolo di rame (Caldarium in latino).
Luogo dell’anima, specchio d’acqua di discrete dimensioni, tali da mitigare il micro-clima, fino a renderlo particolarmente vocato alla coltura della vite. In effetti la viticultura è sicuramente precedente all’avvento della dominazione romana, la quale da parte sua esaltò, rinnovando ed espandendo, tutte le pratiche e le tecniche vitivinicole. Successivamente alla caduta dell’Impero Romano, quando i barbari (soprattutto popolazioni longobarde) invasero le valli dell’Adige, si registrano le prime attestazioni di un’uva probabilmente proveniente dalla Slovenia, dal cui nome Slave si arriva a Schiava.
In realtà, il nome “Schiava” indica un gruppo di cloni, che forma una vera e propria famiglia. Da queste uve si vinificano vini leggeri, poco tannici, dai colori chiari (rubino cristallino, scarsamente pigmentato; tipico delle uve dotate di scarso delta fenolico). Al fine di tutelare queste produzioni, il 23 marzo 1970 (con pubblicazione in G.U. il 9 maggio 1970) viene approvato il D.P.R. che istituisce la Doc Lago di Caldaro; successivamente il Disciplinare viene aggiornato con modifiche introdotte dal D.M. del 7 marzo 2014.
La zona della Denominazione si allarga, arrivando a coprire anche alcuni comuni della provincia di Trento: nasce così una straordinaria Doc interprovinciale, che, a causa dell’estrema diversità linguistico-culturale e pedoclimatica (tra Trentino e Alto Adige) si può tranquillamente annoverare tra le Doc interregionali.
La Denominazione vanta sei tipologie:
• Lago di Caldaro o Caldaro (Kalterersee o Kalterer) Doc;
• Lago di Caldaro Scelto (Auslese, in lingua tedesca) Doc;
• Lago di Caldaro Classico Doc;
• Lago di Caldaro Classico Superiore Doc;
• Lago di Caldaro Scelto Classico Doc;
• Lago di Caldaro Scelto Classico Superiore Doc.
La formula ampelografica (al di là della vicinanza alla zona classica, al di là del grado alcolico e delle rese per ettaro) è la stessa per tutte le tipologie: min. 85% mix di due o tre cloni del vitigno Schiava (tra gentile, grossa e grigia); max 15% vitigni a bacca nera idonei alla coltivazione nelle province di Bolzano e Trento. Delle tre varietà principali la Schiava Gentile o Schiava media (Mittervernatsch) è la più precoce e la meno produttiva; conferisce eleganza ed armonia al vino, con i suoi sentori di piccole bacche rosse, con un’intensità colorante tenue e balugini cristalline.