LUGANA DOC, IL VINO DEL LAGO

Giampaolo Zuliani

La Denominazione della Doc Lugana si colloca nel territorio a sud del bacino lacustre del Garda e si sviluppa in due regioni, la Lombardia, ad occidente nella provincia di Brescia, e il Veneto, ad est nella provincia di Verona. I comuni interessati sono quattro nel bresciano, Desenzano, Lonato, Pozzolengo e Sirmione, ed uno nel veronese, Peschiera. Se la maggior parte degli oltre duemila ettari vitati ricadono nel territorio lombardo, alla provincia di Verona spetta la percentuale di vino imbottigliato, con oltre il 60%. Il territorio benacense è comunque un unicum territoriale che, seppur insiste su due regioni diverse, ha matrici culturali omogenee. Per molto tempo entrambe le sponde del Garda sono state territori della repubblica di Venezia; in numerosi comuni della sponda bresciana il leone di San Marco svetta orgoglioso sugli stemmi.

La Diocesi di Verona ha la giurisdizione ecclesiastica in entrambi i comuni delle due sponde. Lo specchio d’acqua del Benaco, il maggiore per superficie in Italia, è il raccordo, il collante, il motore che genera, influenza e determina i fattori del paesaggio che si affaccia sulle sue sponde. Il territorio della Lugana si posiziona proprio al confine sud dell’anfiteatro morenico ed insiste su suoli di matrice fluvio/lacustre e glaciale. L’origine dei suoli è da imputare al grande ghiacciaio dell’Adige che aveva una sua diramazione secondaria ad ovest che corrisponde all’attuale bacino del Garda. Il ghiacciaio nel suo processo di ritiro progressivo depositò sulle sponde orientali e occidentali, maggiormente in pendenza rispetto alla porzione a sud del Benaco, elementi di matrice morenica, sabbie, ciottoli e argille. Le deboli ondulazioni del sud invece furono inizialmente formate da un primo strato morenico, ma il perdurare di una vasta porzione di acque, favorite dalle sponde pianeggianti, sedimentò nei secoli seguenti ampie porzioni di argilla calcarea che si stratificarono sul terreno morenico.

La tessitura principale è composta quindi da argilla, in prevalenza, sabbie e limo. Il processo di sedimentazione argillosa è differente rispetto alle sottozone della Lugana. I terreni ad ovest, prevalentemente nei comuni di Lonato e Desenzano e in particolare nelle località di Castel Venzago, Madonna della Scoperta e Centenaro sono composti in percentuali omogenee di sabbie e argille, mentre nei comuni centro orientali a Peschiera, in particolare nel cru San Benedetto e in località il Frassino e nella porzione a nord dei comuni di Sirmione e Pozzolengo la prevalenza di argilla è netta. Questa differenza di tessitura influenza in modo particolare i vini prodotti in queste due macroaree; dove la sabbia aumenta di percentuale i vini risultano, sottili, fini ed eleganti; dove prevale l’argilla i vini risultano più grassi, rotondi e di corpo.[ihc-hide-content ihc_mb_type=”block” ihc_mb_who=”unreg” ihc_mb_template=”3″ ]

Il particolare clima del Garda è determinato dall’uniformità di temperature tra il giorno e la notte per l’effetto mitigatore del lago che, se da una parte penalizza la concentrazione aromatica nell’uva dovuta alle ridotte escursioni termiche, dall’altra garantisce nel periodo primaverile una perfetta fioritura. Le piogge sono concentrate nel periodo autunnale con un picco massimo nel mese di novembre mentre la ventilazione è caratterizzata dall’insorgere per tutto il pomeriggio dell’Ora, il vento caratteristico del bacino benacense, che ha un effetto benefico sulla sanità delle uve.

I vigneti sono disposti prevalentemente con un andamento Nord/Sud e poggiano su terreni dolcemente inclinati mantenuti a schiena d’asino per favorire il deflusso delle acque ed
impedire il ristagno che potrebbe essere marcato nei terreni argillosi. I sistemi di allevamento sono in prevalenza il guyot, il cordone speronato e la pergola veronese. Il vitigno tipico e caratteristico coltivato è il Trebbiano di Soave localmente chiamato Turbiana o Trebbiano di Lugana. Il vitigno è affine geneticamente al Verdicchio marchigiano anche se si discosta nettamente sotto il profilo aromatico, ad esclusione del finale ammandorlato che li accomuna, poiché è differente l’attitudine fenologica e agronomica. La Turbiana ha un grappolo grande cilindrico/conico e piramidale con due ali ben pronunciate. La buccia dell’acino è verde e spessa. Queste condizioni morfologiche e meccaniche, tipiche dei vitigni chiamati “plastici”, lo rendono adatto ad essere interpretato nelle numerose tipologie che il Disciplinare consente: bianco fermo, Riserva e Superiore, Spumante Classico e Charmat e Vendemmia Tardiva.

La Denominazione ha visto un veloce incremento, più del 50%, delle superfici vitate negli ultimi dieci anni e si attesta sugli oltre 2.500 ettari. Il valore, in termini di fatturato è raddoppiato in pochi anni e le esportazioni verso i mercati esteri hanno visto un incremento continuo e progressivo. A febbraio di quest’anno per decreto della direzione agroalimentare si è posto un freno alla crescita dei nuovi impianti per il triennio 2020/2023 al fine di evitare un’eccedenza di produzione sui mercati.

La strategia contenitiva delle superfici è un primo passo per la valorizzazione di un territorio così distintivo e dovrebbe proseguire, come auspicano alcuni produttori, nell’individuazione di sottozone peculiari ed omogenee per definire le menzioni geografiche aggiuntive come è stato creato recentemente per la denominazione Soave.

[su_box title=”Approfondimento” style=”noise” box_color=”#5e0230″ title_color=”#fff”]I vini del Garda li rivediamo sui tavoli, seminati all’aperto nel giardino della nuova Lugana, a pelo del lago. Ci si ferma, andando o tornando da Venezia. Raccolto sulle rive fra Desenzano e Peschiera, bianco opalino, profumato e secco, il lugana inimitabile con il pesce, la trota salmonata. Alberico Sala, in I vini d’Italia, Luigi Veronelli, Roma, Canesi Editori 1961.[/su_box]

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