Giampaolo Zuliani
Le cantine contemporanee sono organismi complessi che richiedono un alto utilizzo energetico. Alcuni studi recenti presso l’Università di Siena hanno messo in evidenza che per mettere in commercio una bottiglia di vino si immettono in atmosfera circa 1,83 kg di anidride carbonica. Nei processi produttivi inoltre si consuma un’alta percentuale di acqua; una ricerca dell’Università degli Studi di Torino ha calcolato che per la produzione di un solo litro di vino sono necessari 14 litri di acqua. Appare quindi ragionevole pensare che un progetto di rinnovamento o di nuova costruzione di una cantina preveda necessariamente un attento studio delle soluzioni tecniche per contenere il consumo energetico nelle fasi produttive.
La scelta di costruire cantine ipogee sfruttando le naturali pendenze del terreno favorisce il contenimento energetico in quanto la collocazione degli ambienti di affinamento sottoterra porta a forti risparmi sull’utilizzo di energia termica necessaria per riscaldare e raffreddare gli ambienti e i contenitori. Inoltre è possibile movimentare le masse utilizzando percorsi per caduta verticale che non solo ha un effetto benefico sull’integrità della materia, ma elimina, parzialmente anche l’utilizzo di pompe.
Le murature della costruzione se debitamente isolate, prevedendo l’installazione di cappotti termici, possono favorire il mantenimento delle temperature costanti tra i 14° e i 16° che sono i parametri ottimali per la conservazione del prodotto. Lo sviluppo verticale degli ambienti può inoltre suggerire la progettazione di camini naturali dove convogliare l’aria calda o fredda rispetto alle esigenze stagionali abbattendo i consumi elettrici di ventilazione forzata. L’utilizzo di pannelli fotovoltaici, debitamente integrati alla struttura, può incrementare notevolmente il risparmio energetico.