Giampaolo Zuliani
Nella terza tappa del percorso “Atelier in cantina” affrontiamo alcune riflessioni riguardo l’utilizzo, o meglio la fruizione, delle cantine quali luoghi di incontro, di eventi e scambi culturali. È singolare, per chi vi lavora quotidianamente, pensare a quei luoghi, deputati alla trasformazione, cura e evoluzione di un prodotto, come a spazi che in poco tempo si adattano per una fruizione diversa e alternativa: all’ascolto di un concerto di musica, classica o moderna, alla partecipazione ad una conferenza o alla presentazione di un libro.
Il periodo estivo è sicuramente il momento di maggiore proliferazione delle manifestazioni
culturali nelle cantine e l’evento Suoni delle Colline di Langhe e Roero, ormai giunto alla XIII edizione testimonia l’attenzione degli organizzatori a sottolineare il legame con il territorio e la musica.
Il Festival di Franciacorta, giunto alla sua decima edizione, è invece un evento diffuso che tende ad aprire le cantine al visitatore con iniziative dalle semplici visite con degustazioni guidate ad eventi più mirati con l’abbinamento gastronomico dei prodotti tipici del territorio. Le cantine del Consorzio diventano in quei giorni spazi aperti, diffusi nel territorio per sottolineare la commistione tra gli spazi di produzione ed il consumo dei prodotti stessi, rimarcandone in tal modo i luoghi di origine.
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Il Festival 38° parallelo, tra libri e cantine, è un evento molto originale che vede coinvolto il
territorio di Marsala e alcune tra le maggiori cantine del luogo. La manifestazione, giunta alla terza edizione, individua le cantine come luoghi di discussione e dibattito intorno a temi sociali con l’intervento di scrittori, poeti, costituzionalisti. L’unione tra i luoghi di produzione di un vino simbolo – che vede nella trasformazione, nella elaborazione e nel trasporto le coordinate storiche della sua nascita – e la presenza di un dibattito tra i pensieri e i pensatori è sicuramente un connubio di grande suggestione.
Nel Collio Friulano e Sloveno l’evento Jazz&Wine of Peace è una rassegna importante che coinvolge le cantine del territorio che ospitano musicisti di fama internazionale. Anche qui il legame tra una terra di confine e le contaminazioni culturali che da sempre si alimentano dalla commistione tra i generi veicolano, nei luoghi cantina, profonde emozioni.
In questi tre percorsi di riflessione, riguardo lo “spazio delle cantine” nel loro svolgersi tra
nuovi elementi architettonici, come contenitori di opere d’arte e, come abbiamo appena visto, come contenitori di eventi culturali, emergono alcune coordinate comuni che rivelano il profondo cambiamento nelle strategie di produzione, consumo e vendita del vino. La filiera produttiva è così disvelata al consumatore nelle sue fasi, dal campo ai luoghi di trasformazione. Sarebbe riduttivo pensare che questa “messa in scena” sia legata unicamente alle strategie di marketing, anche se l’obbiettivo di incrementare le vendite è ovviamente la strada maestra. Ma questo non sarebbe possibile se non fosse intervenuto
un profondo cambiamento nel modo di percepire gli spazi e il territorio che è, prima di tutto, un cambiamento culturale. Nella percezione del prodotto vino cerchiamo di trovare e ri-trovare quei passaggi fondamentali di assimilazione del nostro stare immersi nella cultura del Mediterraneo.
La lezione di Tucidide, storico e filosofo greco del V sec. a.C., è sempre ben impressa nel nostro DNA: “I popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalle barbarie quando impararono a coltivare la vite e l’ulivo”.
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