Dai fondali del lago d’Iseo, lo spumante metodo classico della Valle Camonica

Cosa ne è di un favoloso contenuto e di uno straordinario contenitore, che insieme hanno trascorso un lungo periodo di tempo in un luogo insolito?

Per scoprirlo, ho raggiunto in occasione di un viaggio stampa a giugno a cura di Riccardo Lagorio, Monte Isola, adagiata nel lago d’Iseo. Lì, e più precisamente nei pressi della frazione di Peschiera Maraglio, Alex Belingheri, titolare di Vini Vallecamonica, ha estratto dalle acque 3.500 bottiglie della vendemmia 2018 dello spumante metodo classico Nautilus, insieme a 80 Magnum e 15 Jéroboam, con il supporto di subacquei specializzati.

“La bottiglia di spumante metodo classico Nautilus viene spesso relegata a semplice oggetto che contiene un nettare prezioso ma, in realtà, ha un valore più nobile e determinante. Conservare i vini sott’acqua è coerente con i principi di buona conservazione e offre un proprio contributo all’ambiente, poiché risparmia energia per mantenere a temperatura costante le bottiglie” spiega il vignaiolo camuno che ha scelto questo singolare sistema di affinamento per i suoi vini spumanti, in grado di farne evolvere le caratteristiche grazie a fattori fisici unici, alcuni dei quali difficilmente riproducibili in cantina.

Esteriormente ogni bottiglia è diversa dall’altra perché, grazie a un particolare sistema di confezionamento, si possono mantenere a vista le sabbie e le incrostazioni di molluschi avvenute nel corso degli anni, rendendo di fatto ogni bottiglia un pezzo unico. Le bottiglie del 2018 hanno infatti trascorso 48 mesi a una temperatura costante di circa 6 gradi e pressione stabile a -40 metri. Oltre che naturalmente al buio, protette dalla luce diretta che, sia essa naturale o artificiale, sempre rischia di compromettere irreversibilmente le qualità organolettiche di un vino.

Nautilus è uno spumante Pas Dosé, con cui Alex Belingheri vuole mantenere inalterate le caratteristiche organolettiche ed esaltare le peculiarità delle annate.

La natura e la naturalità hanno infatti contribuito alla buona riuscita del progetto della cantina, in cui sono stati recuperati numerosi terrazzamenti in media valle Camonica con uve autoctone, spesso provenienti da ceppi centenari e di cui si conosce solo il nome in lingua locale: Valcamonec, Hibebo, Gratù. Tutte queste varietà (oltre una decina) sono a bacca rossa e coltivate con metodi di lotta integrata: prato completamente inerbito e concimazione organica animale alternata a sovescio vegetale, per apportare azoto utile.
L’allevamento è “a sylvoz”, modificato con multiarchetti capovolti e parete fogliare alta, secondo la tradizione locale. La zona dove sorge il vigneto cru storico è posta in collina, attorno ai 400 metri. Si hanno notizie che fosse coltivata a vigneto fin dal Medioevo, ma è “solo” negli ultimi 200 anni che è stata verificata con certezza la presenza continuativa della vite.

Una volta terminata l’estrazione dal fondale, è stato posto sui fondali sebini il nuovo millesimo 2022: 8.500 bottiglie, 216 Magnum e 20 Jéroboam che verranno recuperate nei prossimi anni.
Ci sono tutti i motivi per essere fiduciosi che l’affinamento sui fondali del lago d’Iseo tornerà a regalare grandi emozioni.
Lo spumante appena pescato ha infatti accompagnato magistralmente i piatti locali durante il pranzo al ristorante La Foresta, in particolare il salame di Monte Isola, con un aroma leggermente affumicato e la cui carne è tagliata al coltello, e le sarde, prima essiccate e poi messe sott’olio.