Il Progetto di Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Fondazione CRC Donare ETS,
in collaborazione con il Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani
Mauro Gola, Presidente Fondazione: “Grazie al gioco di squadra che ha caratterizzato Barolo en primeur fin dall’inizio, faremo ulteriormente crescere questo appuntamento nei prossimi anni”.
Sergio Germano, Presidente Consorzio: “Barolo en primeur può consolidare il posizionamento alto di Barolo e Barbaresco e dare risalto a realtà ancora poco conosciute”
Barolo en primeur è il primo e unico progetto in Italia che intreccia due dei grandi ambasciatori del made in Italy, il Barolo e il Barbaresco, ai valori della solidarietà, del territorio, dell’arte e della finanza sociale. È un’asta solidale internazionale voluta e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo in collaborazione con la Fondazione CRC Donare ETS e con il supporto del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. Dopo aver raccolto nelle prime 3 edizioni oltre 2,37 milioni di euro (più di 660 mila € nel 2021, più di 834 mila € nel 2022 e 877 mila € nel 2023) per lo sviluppo di progetti sociali e culturali, Barolo en primeur tornerà a fine ottobre 2024 per la quarta edizione.
Protagoniste di Barolo en primeur sono le barrique della Vigna Gustava, vinificate dall’enologo Donato Lanati in maniera separata per dare a ognuna la propria personalità unica, frutto della parcellizzazione della vigna in base all’esposizione, all’altitudine e all’età delle viti. Il Barolo viene battuto all’asta un anno dopo la vendemmia, quindi deve poi attendere ancora più di 2 anni prima di poter essere messo in commercio, completando così i 38 mesi di invecchiamento minimi a decorrere dal 1º novembre dell’anno di produzione delle uve, come richiesto dal disciplinare di produzione del Consorzio.
In parallelo alle barrique, l’iniziativa coinvolge la base produttiva del Consorzio interessando direttamente le cantine di Barolo e Barbaresco. A partire dalla seconda edizione, infatti, molte aziende vinicole del territorio donano le proprie bottiglie, ciascuna in quantità e in formati diversi, che vengono messe all’asta durante Barolo en primeur come lotti comunali, cioè raccolte in maniera super partes sotto il cappello del Comune d’appartenenza. Il ricavato viene devoluto alla Scuola Enologica di Alba e ad altri enti territoriali, un investimento sulle nuove generazioni fondamentale per promuove sempre più il territorio, che negli ultimi anni ha visto una crescita sotto molti punti di vista, grazie alle competenze e all’attrattività che solo l’educazione sa portare.
“Barolo en primeur incarna in pieno i valori e la mission della Fondazione CRC: valorizzazione e sviluppo del territorio, sostegno agli enti attivi in ambito sociale e culturale, attenzione alla formazione delle giovani generazioni” commenta Mauro Gola, neo presidente di Fondazione CRC. “Questo progetto rappresenta un’eredità importante che, in qualità di presidente della Fondazione, raccolgo con entusiasmo: un’iniziativa nata da un’intuizione lungimirante che, nelle prime tre edizioni, ha saputo sviluppare sia il legame con il territorio, sia il posizionamento a livello nazionale e internazionale. Sono certo che sapremo, grazie al gioco di squadra che ha caratterizzato Barolo en primeur fin dall’inizio, far ulteriormente crescere questo appuntamento nei prossimi anni”.
“Da produttore ho potuto seguire il progetto dell’asta in questi anni e vederne sensibilmente la crescita” commenta Sergio Germano, nuovo Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani. “Nel mio nuovo incarico vorrei concentrare l’attenzione sulle notevoli potenzialità che il progetto ha dimostrato di avere e valorizzare certamente i brand Barolo e Barbaresco, che hanno bisogno di consolidare il proprio posizionamento alto e dare risalto a realtà ancora poco conosciute. Cosa che avviene già con i lotti comunali, i quali mettono insieme nomi di aziende già famose con altre che magari si sono appena affacciate sul panorama mondiale e sui mercati secondari. Oltre a questi obiettivi, il coinvolgimento della Scuola Enologica di Alba come fucina di talenti insieme ad altri territoriali riporta l’attenzione all’importanza della formazione ed educazione sul territorio, a cui le nostre cantine sono molto attente”.
LA VIGNA GUSTAVA
La Vigna Gustava, acquisita nel 2019 dalla Fondazione CRC, sorge di fronte al Castello di Grinzane Cavour, nell’omonimo Comune, con una pendenza media del 35/40 % c.a. Il terreno è composto da Marne di Sant’Agata Fossili, la formazione più comune e diffusa nella Langa del Barolo e del Barbaresco, solitamente composta quasi interamente da strati marnosi con poca sabbia e con importanti percentuali di sedimenti fini, limo e argilla. Il terreno della Vigna Gustava si è formato nell’età Tortoniana, periodo geologico compreso tra 11,6 e 7,2 milioni di anni fa, ed è caratterizzato marne argilloso-siltose grigie, talora azzurrognole, grigio biancastra in superficie, plastiche ed omogenee.
Geologicamente con il termine marna si intende una roccia sedimentaria, più o meno compatta, talvolta scistosa, costituita da una frazione carbonatica compresa tra il 25% ed il 75% e da una restante frazione di argille. Le marne della Vigna Gustava, e più in generale quelle delle Langhe, derivano dall’antico bacino terziario piemontese, il mare che occupava la zona fino all’Era Quaternaria.
All’interno della Vigna sono state individuate 6 diversificazioni geo-pedologiche che suddividono la vigna in altrettante parti. Queste micro-aree si differenziano non solo per la diversa concentrazione degli elementi costitutivi, in cui prevale la presenza l’anima calcarea a fianco del magnesio, potassio, limo, calcio e argilla, ma anche per la profondità del substrato marnoso, dai 70/80 cm fino ai 100/110 cm, un elemento particolarmente rilevante per la coltivazione del Nebbiolo, le cui radici possono raggiungere i 7 metri di lunghezza.
L’analisi svolta conferma quindi la vocazione della Vigna Gustava alla zonazione, ovvero la suddivisione di un’area o di un territorio in base alle caratteristiche eco-pedologiche, e dà ancora più forza alla scelta dell’enologo Donato Lanati di parcellizzarla vinificando in maniera separata le barrique in base all’altitudine, all’esposizione e alla presenza di piante giovani o vecchie.
L’ANNATA 2023 NELLE LANGHE
Nelle Langhe, l’annata 2023, iniziata all’insegna delle incognite climatiche (l’anno precedente era stato caratterizzato da un lungo periodo di siccità), si è sviluppata da un inverno più freddo rispetto al precedente che si è protratto fino a fine febbraio, proseguendo poi con piogge significative nell’ultima decade di marzo. Lo sviluppo della pianta è proseguito regolarmente nonostante il contesto climatico altalenante: una prima parte della primavera caratterizzata da pochissime piogge e un maggio e un giugno da frequenti e talvolta consistenti perturbazioni con un clima generalmente fresco. Dopo le fortissime piogge e grandinate del 6 luglio, c’è stata un’inversione climatica che ha portato a un’estate calda e stabile. L’invaiatura è iniziata così nella prima decade di agosto, rivelando un buon carico produttivo con una notevole sanità dei grappoli che ha fatto presagire una buona vendemmia sia in termini di qualità che di quantità. La vendemmia del Nebbiolo è avvenuta a ottobre secondo le tempistiche canoniche e non in anticipo come le temperature estive potevano lasciar intendere. Dal punto di vista quantitativo a livello globale non si notano cali di produzione significativi come segnalato in altri areali viticoli. Il Nebbiolo 2023 presenta livelli fenolici e tecnologici tipici delle grandi annate, senza correlazione tra caldo estivo e zuccheri eccessivi o cali di acidità: un’altra dimostrazione della grande capacità di questo vitigno di sapersi adattare ai cambiamenti climatici, forte anche del privilegiato rapporto con il territorio del Langhe, prospettando così un’annata di vini eleganti equilibrati e di grande potenziale.
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