E se la vigna fosse essa stessa l’opera d’arte? Parafrasando una celebre pubblicità, si può riassumere così l’effetto di incredulità che si vive visitando il Castello di Bornato, nel cuore della Franciacorta. Mentre celebri aziende hanno trasformato le proprie vigne e cantine in contenitori di opere d’arte di famosi scultori e pittori, il Castello di Bornato ha plasmato le proprie viti in un incredibile tessuto concentrico di 41 filari che formano una strabiliante opera di land art perfettamente integrata nel paesaggio e con la struttura medievale e rinascimentale che la sovrasta.
La forma circolare della vigna, circondata da altri appezzamenti più tradizionali, non permette l’uso di alcun tipo di macchinario per svolgere le normali operazioni di cura e vendemmia, così che la produzione, oltre che essere rigorosamente bio, avviene utilizzando solamente il lavoro delle braccia.
Sono sei i vini che nascono nel Castello di Bornato: Franciacorta Satèn, Franciacorta Brut, Franciacorta Rosé, Curtefranca Bianco e Curtefranca Rosso.
Il Satèn è il pezzo forte della casa: 100% chardonnay con 38/40 mesi di permanenza sui lieviti, al naso regala un elegante bouquet di profumi di crosta di pane e agrumi, ma è in bocca che stupisce grazie a sensazioni di masticabilità e grandissima beva associate a un’ottima freschezza e sapidità. Vino pericoloso: una volta aperto, si rischia di finirlo molto in fretta.
Sorpresa per quanto riguarda riguardo il Curtefranca Rosso: taglio bordolese di Merlot, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon con 6 mesi in botte, restituisce una complessa varietà di aromi: mora, ginepro, alloro, liquirizia, pepe nero, chiodi di garofano, tabacco, boiserie e tanto altro. Dal corpo vigoroso e persistente, vellutato e robusto, è armonico in tutte le sue componenti.
Ma dove nascono questi vini? Se si chiamano Castello di Bornato, ci sarà un motivo. Le vigne sono infatti poste ai piedi di quella che è stata una poderosa roccaforte romana eretta a presidio della strada consolare che univa Bergamo a Brescia, poi ampliata nel 1200 con una cerchia di 300 metri di mura merlate, torri, contrafforti, fossati e ponte levatoio, che le ha conferito l’aspetto che in gran parte tuttora conserva. Infine, a metà del 1500 ha assunto le attuali fattezze di residenza rinascimentale. Meravigliosa la loggia merlata, ideale per consumare un aperitivo suggestivo. Si aggiunge inoltre un parco, con giardino all’italiana verso sud e giardino all’inglese verso nord, che ospita piante secolari e una grotta romantica costruita nel 1800 all’interno di sotterranei medievali.
Competenti guide portano gli appassionati enoturisti alla scoperta anche delle stanze interne del castello, attualmente ancora abitato, facendone ammirare una storia di quasi 800 anni, se contiamo come data d’inizio quella dei lavori che hanno trasformato la rocca romana a opera di Inverardo da Bornato. All’interno si trovano affascinanti affreschi, arredi originali, dipinti ricchi di storia, aneddoti suggestivi e anche le antiche cantine sotto la torre principale del castello, dove, per 700 anni fino ai primi anni 2000, si è prodotto il vino. Attualmente, la vinificazione avviene a Provaglio d’Iseo. Il Castello di Bornato si vanta anche della visita di Dante, avvenuta durante il suo peregrinare in esilio, anche se, come la stessa guida ammette, non si hanno prove certe, ma solo attendibili supposizioni.
Al di sotto del Castello di Bornato si trova il suo ristorante, La Dama Bianca, un luogo di condivisione, come esso stesso si definisce, che propone una cucina legata al territorio bresciano, prestando particolare attenzione alla selezione di materie prime locali, stagionali e a km 0. La struttura è in continuità con le vigne, dove un tempo si trovavano le stalle, a fianco alla una sorgente d’acqua che riforniva tutto il borgo circostante. Si vive così senza soluzione di continuità il meraviglioso paesaggio che la circonda, tant’è che il ristorante è attrezzato anche per ospitare scenografiche cene a ridosso dei filari.
L’offerta gastronomica rispecchia la produzione enologica: un contesto intimo, grande cura nella realizzazione, nessun virtuosismo fuori luogo, storia e tanta passione. Le proposte culinarie sono studiate per far sentire agli ospiti lo spirito del territorio e un servizio genuino e professionale rende l’esperienza ancor più piacevole e vera.
Ma è buono? Sì, lo è. Spesso ci si circonda di parole per raccontare complessi concetti gastronomici a volte distanti dal lettore o l’ascoltatore, mentre la sintesi del termine “buona cucina” esprime al meglio, anche se non in maniera esaustiva, quanto c’è da sapere. Uno di quei ristoranti dove si portano gli amici per vantarsi di conoscere “un posticino che davvero non potete capire”.
Questo è inoltre certamente il luogo migliore dove poter degustare i vini del Castello di Bornato e di sicuro è l’unico dove acquistarli: la limitata produzione di 15.000 bottiglie ha portato la proprietà a scegliere di vendere le proprie etichette solo alla tavola del suo ristorante o direttamente ai privati che si recano qui.
Vini unici, storie affascinanti, land art, territori suggestivi e buona cucina: il Castello di Bornato è la perfetta meta da scoprire per l’appassionato enoturista che desidera un’esperienza vera.
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