SEI SFUMATURE DI FIANO

Il Sommelier Magazine SEI SFUMATURE DI FIANO

SEI SFUMATURE DI FIANO

Notizia inviata dalla Delegazione Fisar di Prato

Condotta con il cuore di chi ama la sua terra d’origine e con la competenza di chi conosce territorio e vitigno, Sei sfumature di Fiano, relatore Martin Rance, è stata una serata piacevole e interessante alla scoperta del vitigno e delle diverse sottozone in cui si può suddividere il territorio constatando che, in ognuna di esse, il vitigno rende un risultato diverso perché diversi sono i suoli, le altitudini, le escursioni termiche, diverso l’intervento dell’uomo, tanto da portarci a parlare non del Fiano, ma dei Fiano.

Si tratta di un territorio d’eccellenza con 26 Comuni nella provincia di Avellino dove il vitigno Fiano è documentato come autoctono da 800 anni, attraversando un periodo di profonda crisi che lo ha portato quasi a scomparire intorno agli anni ‘50, a causa della Fillossera arrivata tardiva in Irpinia e poi della guerra.

Il recupero e la ricostruzione dei vigneti è avvenuta a opera di Mastrobernardino, famiglia che vive nel contesto socioculturale e vinicolo da tempi antichi su cui successivamente si affaccia un’altra grande azienda che oggi è Feudi di San Gregorio.

Le due aziende permangono come produttori e distributori del Fiano di Avellino nel panorama italiano ed estero, mentre gli altri produttori sono aziende le cui etichette da un punto di vista commerciale non hanno più di 30 anni, aziende che in precedenza vendevano le loro uve a Mastrobernardino, che aveva convinto i viticoltori a coltivare gli autoctoni, fra cui il Fiano, pagandoli bene.

Il Sommelier Magazine SEI SFUMATURE DI FIANO  È di queste piccole e giovani aziende, oggi produttori d’eccellenza sul territorio, che siamo andati a degustare i vini nella serata di giovedì 21, presso la sede della nostra delegazione Fisar.

La degustazione ci ha appassionato e fatto conoscere prodotti non reperibili facilmente, ma solo presso enoteche perlopiù Campane o dai produttori stessi. Grande nota di interesse il fatto che scopriamo il Fiano come vitigno da invecchiamento, per periodi anche di 10/15 anni, dal 2020 esiste la categoria riserva per vini invecchiati almeno 12 mesi.

Argilla, calcare, terreni vulcanici e altitudini giocano un grande ruolo sui vini che si susseguono in degustazione.

  • Ciro Picariello
    Vignaiolo in Summonte
    “Ciro 906”
    Fiano di Avellino DOP
    2019

Qui ci troviamo a nordest, in un’area viticola giovane, inizio anni 90. Le viti appoggiano sulla roccia viva a 600m d’altitudine. Grandi escursioni termiche conferiscono aroma e acidità, impronta minerale e struttura, sapidità predominante.
Lo definiamo un vino da invecchiamento.

  • Villa Diamante
    “Vigna della Congregazione” DOCG
    Riserva
    2019

Siamo a Nord, si vendemmia nella terza decade di ottobre, in surmaturazione per conferire più alcol e  zuccheri, quindi maggiore struttura al vino. Il fondatore di Villa Diamante ha prodotto dal ’97 al 2013 un solo vino da un solo vitigno, appunto questo “Vigna della Congregazione”.
Sentori tropicali e pesca, ma soprattutto cera d’api che si accentua con gli anni.

  • I Favati
    “Pietramara”
    Etichetta Bianca
    Fiano di Avellino DOCG
    Riserva
    Vendemmia 2018

Terreni più sciolti, 400/500m slm. Le correnti dalla costa conferiscono maggiore “agilità” ai vini. Qui, il produttore sopperisce con le lavorazioni quanto “manca al terreno”: vendemmia tardiva dei grappoli più alti, batonnage, invecchiamento in legno.
Il nostro vino viene lasciato sulle fecce nobili fino a primavera, fa almeno un anno di affinamento in bottiglia, apprezziamo frutta, erbe aromatiche e note di mandorla, scompare la componente sapida.

  • Rocca del Principe
    “Tognano”
    Fiano di Avellino DOP
    Vendemmia 2018

Un Fiano che nasce a Lapio che si può considerare un territorio a sé stante.
Terreni vulcanici eccellenti, con 70/80cm di sedimento lavico a un’altitudine di 500/600m slm, escursioni termiche interessanti, un “Fiano di slancio” celebrato dalla critica.
Il nostro vino fermenta a lungo a basse temperature, rimane 12 mesi sulle fecce fini e 12 mesi in bottiglia, se ne apprezzano note agrumate, minerali e una componente acida non esplosiva che fa definire il vino elegante.

  • Di Meo
    “Alessandra”
    Fiano di Avellino DOCG
    2012Azienda agricola che si trova a 500/550m d’altitudine sulla costa est.
    Il vino in degustazione nasce con l’idea di un vino destinato a crescere con la figlia a cui deve il nome.
    Il colore invecchiando vira verso l’oro.
    Sentori di frutta disidratata, in particolare mango, ancora una volta cera d’api e una leggera nota ossidata a concludere.
  • Dryas
    Vino spumante Brut
    Metodo classico
    Millesimato 2015

A sorpresa l’ultimo vino in degustazione è un metodo classico da uve Fiano che sosta 48 mesi sui lieviti e riposa 10 mesi in bottiglia prima di essere messo in commercio, fino ad ottenere una bollicina cremosa e un sorso piacevole, a un prezzo sicuramente competitivo nel panorama del Metodo Classico.
Se ne producono circa 2000 bottiglie l’anno.

La serata ci lascia il desiderio di visitare il territorio e ricercare le bottiglie per degustare ancora un Fiano come non l’avevamo mai sentito!