LE PROPOSTE DEGLI ADDETTI AI LAVORI
PER IL POST-PANDEMIA
Stefano Borelli
Investire in promozione 900 milioni di euro nel prossimo triennio per recuperare il posizionamento del vino italiano sui mercati internazionali; aumentare la vendemmia verde e la distillazione volontaria; introdurre maggior flessibilità nella gestione della misura OCM (Organizzazione Comune di Mercato) per aiutare le aziende a spendere bene le risorse di quest’anno.
Queste alcune proposte avanzate dagli operatori del settore per traghettare il mondo vitivinicolo fuori dall’emergenza Covid-19 che lo ha colpito duramente. Secondo una ricerca della CEEV, l’organizzazione delle imprese europee del vino il 50 per cento della produzione Ue non ha uno sbocco di mercato. A pesare, l’azzeramento dei consumi fuori casa. L’Osservatorio Vini dell’Unione Italiana Vini ha infatti stimato che nel settore Horeca, quello di ristoranti, bar ed hotels, veniva venduto oltre il 70 per cento del vino, soprattutto quello di qualità, per un giro d’affari in Italia di 2,8 miliardi di euro.
Per molte aziende c’è dunque da affrontare in primis un problema di liquidità. Da qui la proposta della Coldiretti di mettere a disposizione dei produttori alcune misure: prestiti a lunga scadenza a tassi zero, blocco delle rate e mutui; una compensazione a fondo perduto per risarcire il danno, specifiche agevolazioni fiscali e previdenziali.
A questo va aggiunto il problema degli avanzi di produzione. La Coldiretti chiede che le aziende possano utilizzare le eccedenze per ottenere alcol distillato. Togliendo così dal mercato tre milioni di ettolitri di vino ed utilizzarlo per usi sanitari. La proposta che il Presidente Ettore Prandini ha messo sul tavolo del Governo prevede anche di incentivare la vendemmia verde (la distruzione totale o l’eliminazione dei grappoli non giunti a maturazione) su almeno 30 mila ettari in cambio di una sovvenzione ai viticoltori.