Quattro bocce di birra con Teo Musso

Il Sommelier Magazine Quattro bocce di birra con Teo Musso

Notizia inviata dalla Delegazione Fisar di Pavia

Siamo in una calda serata di luglio ed è davvero da un bel po’ che noi di FISAR Pavia non ci troviamo per un evento di Delegazione.

La felicità di ritrovarsi dopo tanto tempo è molta, come molte sono le aspettative per una degustazione che si preannuncia ricca di sorprese.

A fine serata le aspettative di tutti saranno ampiamente superate!

Gli ingredienti di un evento tanto straordinario sono gli Associati di una Delegazione FISAR con tanta voglia di condividere una nuova esperienza di degustazione, l’accoglienza della Locanda del Ticino (una bocciofila storica a due passi dal Ponte Coperto di Pavia), le birre strepitose di Le Baladin ed una storia incredibile.

In un contesto come questo non poteva ovviamente mancare un ospite d’eccezione: Teo Musso, il Deus Ex Machina della produzione birraria artigianale italiana.

Parlare di Teo senza dire qualcosa che non sia già stato detto è quasi impossibile. La nostra sensazione è semplicemente che sia una persona senza limiti e che questo fatto rappresenti, altrettanto semplicemente, la chiave del suo meritatissimo successo. Mille vite in unaIl Sommelier Magazine Quattro bocce di birra con Teo Musso   sola, all’insegna dell’osare sempre e superare gli ostacoli con gusto, quasi cercandoli. Un quarto di secolo fa la birra artigianale non solo non esisteva, ma sembrava non poter esistere. Ascoltare Teo che racconta la storia che gli appartiene e che coincide con quella della birra artigianale italiana, è come assistere ad una lezione di Albert Einstein che spiega la teoria della relatività mentre riempie di formule una lavagna intonsa. Sentire raccontare la storia da chi ne è stato protagonista regala emozioni impagabili. Tutto ciò che Teo racconta sembra essere accaduto per destino, ma tra le sue parole spiccano studio, innovazione, gioco di squadra, idee brillanti e tenacia nel volerle realizzare, fiducia nei risultati e soprattutto rispetto e approccio analitico nei confronti degli insuccessi. Le regole esistono solo per essere infrante; regnano invece rigore e determinazione.

Insieme a Teo, poi, ci sono le “birre” Le Baladin, per le quali il virgolettato è d’obbligo perché tutto quello che l’immaginario collettivo racchiude nel concetto di birra non ha nulla a che vedere con l’esperienza di questa sera. Teo si diverte a stupire e noi siamo contenti di essere stupiti e di divertirci insieme a lui.

Iniziamo con un Beer Hugo, una reinterpretazione del famoso cocktail dove la base è la storica blanche Isaac. Si prosegue con la Opera, stile e personalità quasi senza schiuma ed una genesi appassionante. Passiamo quindi alla Nazionale, una Blond Ale a filiera chiusa, cioè realizzata solo con ingredienti prodotti in Italia, luppolo incluso. Poiché stiamo parlando di birre nate a pochi passi dalle cantine delle Langhe e del Roero, non possiamo farci mancare la Metodo Classico (avete capito bene!), prodotta con un metodo di rifermentazione in bottiglia molto simile a quello applicato al mondo enologico, per proseguire con la Lune 2016, affinata in legno e concepita per l’invecchiamento. Chiudiamo con un altro cocktail: il Beermouth & Tonic che, ça va sans dire, si basa su un Vermouth prodotto con la birra.

La serata è volata ed è quasi arrivato il nuovo giorno; ci salutiamo con la convinzione che “se puoi sognarlo, puoi farlo”.