Dopo un lungo periodo in cui è stato trascurato dai produttori locali, soprattutto a causa del suo essere difficile perché “montano”, dal grappolo spargolo e scarsamente produttivo, il Tintilia, a partire dagli anni ‘80 ha conquistato il centro dell’attenzione della nuova cultura territoriale molisana.

Nell’immaginario comune la viticoltura eroica si associa a impervi pendii di montagna, a terrazzamenti a picco su laghi incastonati tra le Alpi, alle anguste pergole sulle topie, a delle vere e proprie Rupi del vino o alle impraticabili Rive.