In premessa occorre dire che, senza alcun dubbio al Sud Italia, nell’ambito della perenne contesa tra pandoro e panettone, quest’ultimo sia l’assoluto vincitore.
Senza ombra di dubbio, tra tutte le doc interregionali il Prosecco Doc merita un posto a sé, sia per incidenza nel panorama generale, sia per importanza strategica ed economica.
Nella parola è contenuta la risposta: interregionale è quel territorio, comune a regioni amministrative differenti, per il quale vige la medesima regolamentazione.
Non si può non premettere che l’abbinamento del vino con i legumi è suscettibile di una notevole varietà di scelte, a seconda della lavorazione del piatto e delle altre componenti, se cucinato a zuppa, se con la pasta o se, come accade di frequente, arricchito per struttura e grassezza da salsicce, guanciale o altre parti di maiale.
Dopo un lungo periodo in cui è stato trascurato dai produttori locali, soprattutto a causa del suo essere difficile perché “montano”, dal grappolo spargolo e scarsamente produttivo, il Tintilia, a partire dagli anni ‘80 ha conquistato il centro dell’attenzione della nuova cultura territoriale molisana.
Nell’immaginario comune la viticoltura eroica si associa a impervi pendii di montagna, a terrazzamenti a picco su laghi incastonati tra le Alpi, alle anguste pergole sulle topie, a delle vere e proprie Rupi del vino o alle impraticabili Rive.
Storicamente, questa particolare opera di antropizzazione, con presenza di attività di viticoltura nei posti più inaccessibili e inospitali, si accompagna alla necessità di conservare e tramandare un patrimonio di tradizioni, di saggezza, di pratiche colturali, unitamente all’esigenza di salvaguardia del suolo e dei vitigni storici del luogo, i cosiddetti “autoctoni”.
La gastronomia del Sud Italia è storicamente intrecciata con il merluzzo, sia di quello di taglia più piccola pescato in acque nostrane, il nasello, sia soprattutto di quello più grande di provenienza atlantica che, da solo, rappresenta l’80% del consumo.
Tutto ha inizio nel 2001, quando il Professor Moschetti viene contattato da un produttore di Taurasi che ha reperito, tra i conferimenti, un’uva diversa dal Greco di Tufo, localmente detta “Grecomusc’”
A molti può sembrare che la Calabria del vino ruoti quasi esclusivamente attorno al nome di un vitigno, il Gaglioppo.
Al Sud Italia il sottile disco di pasta frolla, più che accompagnarsi a frutta fresca o marmellate, spesso rappresenta una base per sostenere o racchiudere ricchissimi ingredienti, caratterizzando dolci tradizionali molto importanti.
Se parli dei vitigni di Puglia istintivamente ti viene da pensare alle uve scure di Negroamaro, Nero di Troia, Primitivo, Aleatico, Malvasia Nera o, tra i bianchi, al Bianco d’Alessano e alla Verdeca.