Il Buttafuoco Storico…una moderna storia antica

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La nuova casa del Buttafuoco Storico ci apre le porte per una masterclass che si preannuncia intensa e calda.

Ad accoglierci il neo eletto Presidente del consorzio Massimo Piovani, che ci accompagna sulla terrazza della struttura, pronta ad accogliere i visitatori nei prossimi mesi con la possibilità di degustare i vini dei produttori associati accompagnati da selezionati prodotti del territorio.

Il Club del Buttafuoco Storico nasce nel 1996, come libera associazione fra produttori intenzionati a valorizzare il Buttafuoco Storico. Ha rappresentato in questi anni uno strumento di scrupolosa e responsabile autodisciplina, attraverso un rigido regolamento, sollecitando aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, perché le consolidate e sagge abitudini diventassero una comune strategia per il successo qualitativo.

I produttori di Buttafuoco Storico, ognuno associato al consorzio, attualmente sono 17: tutti viticoltori, vinificatori e imbottigliatori in proprio, quindi solo chi ha una filiera completa può avere accesso al Consorzio.

La zona di produzione è compresa nella zona abbracciata due torrenti, il Versa e lo Scuropasso, che racchiudono quello che è conosciuto come “Lo Sperone di Stradella”

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Complessivamente gli ettari a vigneto nel territorio di produzione, compresi nei comuni di Broni, Stradella, Castana, Canneto Pavese, Montescano, Pietra de’ Giorgi, Cigognola sono circa 22 ripartiti in 20 “Vigne” il cui nome topografico compare rigorosamente in etichetta, a garanzia della provenienza e unicità del prodotto.

E qui notiamo la prima cosa importante, chi comanda è la vigna, è lei il vero socio del consorzio, il Buttafuoco Storico si può produrre solo in poche selezionate vigne storicamente vocate alla produzione di grandi vini rossi, vendere quella vigna significa automaticamente perdere il diritto di far parte del consorzio, ciascun Buttafuoco Storico infatti riporta orgogliosamente in etichetta il nome della vigna da cui lo si produce e che lo definisce, nella sua diversità, da quello delle altre. Un unicum.

I vitigni che compongono l’uvaggio sono 4, tutti rigorosamente autoctoni dell’Oltrepò Pavese, e tutti impiantati nella stessa vigna secondo percentuali prestabilite.

In ogni vigna troviamo questi vitigni approssimativamente nelle percentuali indicate

CROATINA 50%: ci dona intensità di colore e tannino
BARBERA 25%: con la sua acidità apporta freschezza
UGHETTA DI CANNETO 12/13%: porta un’importante speziatura
UVA RARA 12/13%;  con la sua maturazione tardiva ci dà freschezza e note floreali

La commissione di campagna dedicata controlla costantemente le Vigne e decide la data della vendemmia. La vinificazione delle 4 uve avviene obbligatoriamente in maniera congiunta un unico vaso vinario. Il vino può essere messo in commercio dopo tre anni, con permanenza in botti di rovere per almeno 12 mesi e l’affinamento nella Bottiglia Storica per almeno 6 mesi. Ogni bottiglia ha un Bollino che riporta il numero progressivo e il numero dei fuochi, punteggio dell’annata, deciso da una commissione esterna di Cantina, secondo la scheda dell’Union International des Oenologues.

da 80/100 a 85/100 tre fuochi
da 86/100 a 90/100 quattro fuochi
da 91/100 a 95/100 cinque fuochi
da 96/100 a 100/100 sei fuochi

A questo punto ci spostiamo al piano inferiore dove, nello spazio multifunzionale il Direttore del Consorzio, Armando Colombi ci accompagna in una Masterclass di degustazione di 14 Campioni, volutamente scritto con l’iniziale maiuscola, articolata in tre batterie provenienti dai tre diversi tipi di terreni che caratterizzano lo sperone di stradella.

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Canneto Pavese, Buttafuoco © Cristian Castelnuovo

GHIAIE

1 Vigna Casa del Corno 2019 – 14,5%
2 Vigna Badalucca 2019 – 14%
3 Vigna Sacca del Prete 2019 16%
4 Vigna Pianlong 2019 – 14,5%

ARENARIE

5 Vigna Costera 2020 – 14,5%
6 Vigna Poggio Cà Cagnoni 2018 – 14,5%
7 Vigna Montarzolo 2018 – 15%
8 Vigna Bricco in Versira 2018 – 14,5%
9 Vigna Pitturina 2018 – 15,5%
10 Vigna Pregana 2017 – 14%

ARGILLE

11 Vigna Cà Padroni 2020 – 15%
12 Vigna Catelotta 2019 – 15%
13 Vigna del Garlenzo 2018 – 15%
14 Vigna Casa Barnaba 2017 – 15,5%

Il colore si presenta di un rosso profondo, impenetrabile che lascia subito pensare ad un vino ricco di struttura.

Olfattivamente il filo conduttore di tutti i calici è un attacco floreale di glicine e viola seguito da frutta rossa matura, ciliegia su tutto, ma anche note più profonde di prugna e mora, poi si apre in un ventaglio di spezie con il pepe nero che la fa da padrone accompagnato da chiodo di garofano e ginepro. Nei calici più evoluti piacevoli note tostate e di cacao.

Il sorso è corposo, importante con una evidente presenza di alcol e glicerina ben bilanciate ed equilibrate dalla freschezza e dall’importante tannino, un vino lungo e persistente che al retro olfattivo ci regala inaspettate note balsamiche.

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Canneto Pavese, Buttafuoco © Cristian Castelnuovo

Sottili ma importanti differenze sono date dai vari tipi di terreni.

Le Ghiaie danno vini ricchi, leggermente spigolosi da giovani, ma con elevata longevità.
Le Arenarie ci offrono un’elevata mineralità con alcune nuances sulfuree.
Le Argille donano corpo e potenza con vini pronti anche da giovani.

Altre cose interessanti sono le leggende legate all’origine del nome e del veliero che campeggia in rilievo su ogni bottiglia del consorzio.

Il nome si vuole originato da una frase del poeta milanese che dopo un sorso del vino rosso Oltrepadano disse: al buta me al feug…”brucia come il fuoco” da qui a Buttafuoco il passo è breve.

Il veliero fa invece riferimento ad un fantomatico battello della marina asburgica in navigazione sul Po che durante la II° Guerra d’Indipendenza non prese parte ad una battaglia perché i marinai furono trovati il giorno successivo ancora inebriati davanti ad una botte di buttafuoco ormai vuota.

In conclusione il Buttafuoco Storico è il frutto del lavoro di un manipolo di moderni vignaioli che portano avanti una storia antica, l’invito è quello di andarli a trovare per scoprire questo territorio così ricco di storia e tradizione del mondo vitivinicolo.

Citando il grande Paolo Conte

Noi di provincia siamo così
Le cose che mangiamo
Sono sostanziose come le cose
Che tra di noi diciamo

E probabilmente … anche quelle che beviamo!

https://www.buttafuocostorico.com/