C’è stato un tempo in cui nell’immaginario collettivo parlare di “vini del Nuovo mondo” voleva dire riferirsi a calici un po’ piacioni, sontuosi, dalle marcate note di legno.
In vino veritas, d’accordo, ma dov’è in fondo la verità del vino? Basta girarsi e guardarsi intorno, sì perché la risposta sta lungo tutto lo Stivale, letteralmente scrigno enologico e vitivinicolo prezioso, unico nel cosmo enoico internazionale.
COME PERSONE, CI SI RESTA MALE SE SI VIENE CHIAMATI COL NOME SBAGLIATO. UN NOME È UN’IDENTITÀ CHE VA PROTETTA, CIÒ VALE ANCHE PER IL VINO.
Il vino a San Colombano al Lambro c’è da sempre, dai tempi dei romani, e da quando il santo irlandese San Colombano (540-615) scese in Italia e insegnò la tecnica di coltivazione delle viti agli abitanti dei colli.
Se parli dei vitigni di Puglia istintivamente ti viene da pensare alle uve scure di Negroamaro, Nero di Troia, Primitivo, Aleatico, Malvasia Nera o, tra i bianchi, al Bianco d’Alessano e alla Verdeca.