NE PARLIAMO CON UN ESPERTO DELLA FAO,
L’ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE PER L’ALIMENTAZIONE E L’AGRICOLTURA
Stefano Borelli
Dottor Artur Shamilov, perché le Nazioni Unite hanno deciso di dichiarare il 2020, anno internazionale della salute delle piante (IYPH)?
Oggi, come mai prima d’ora, esiste un alto rischio di trasmettere parassiti delle piante da una regione del mondo ad un’altra. Questo ha un forte impatto sulla produzione agricola, sulla sicurezza alimentare e sullo sviluppo economico e sociale. Alcuni recenti esempi sono: la diffusione del batterio patogeno Xylella e il suo effetto devastante sugli ulivi nell’Italia meridionale, la falena di bosso (Cydalima perspectalis) in Europa e nel Caucaso e il tonchio della palma (Rhynchophorus ferrugineus) che colpisce le palme in alcune parti del Mediterraneo e del Caucaso. Per questo motivo, i membri della Convenzione Internazionale per la Protezione delle Piante (IPPC) hanno espresso il desiderio di dare un contributo per garantire la sicurezza alimentare e preservare la biodiversità. Così, nell’aprile 2015, durante la decima sessione della Commissione sulle misure fitosanitarie (CPM-10), la Finlandia ha proposto di proclamare l’Anno internazionale della salute delle piante. Successivamente, la 40a sessione della FAO, nel luglio 2017, ha adottato la proposta della Finlandia e, nel dicembre 2018, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2020 l’Anno internazionale della salute delle piante (IYPH).
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Cosa possiamo fare per sostenere la salute delle piante?
Le misure preventive sono fondamentali per ridurre al minimo i danni causati dai parassiti in agricoltura. Esistono molti modi in cui i governi possono proteggere le piante, migliorando la sicurezza alimentare, proteggendo l’ambiente e promuovendo il commercio. Per fare questo, è necessario coordinare le azioni tra gli operatori delle Nazioni Unite che si occupano di salute delle piante con quelli che si occupano di eliminare la malnutrizione e proteggere l’ambiente.
I singoli paesi devono, in primo luogo, svolgere attività per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della salute delle piante. Inoltre, è necessario investire in organizzazioni che si occupano di protezione delle piante, fornire loro le risorse umane e finanziarie necessarie, aumentare gli investimenti nella ricerca, stimolare gli investimenti da parte dei privati. Non solo. Ogni Organizzazione Nazionale per la Protezione delle Piante (NPPO) dovrebbe adottare gli standard della Convenzione Internazionale (IPPC), inserire requisiti tecnici per l’importazione fitosanitaria, e restrizioni sui movimenti internazionali dei prodotti vegetali.
Perché dovremmo preoccuparci di mantenere in salute le piante?
Come nel caso della salute umana, proteggere le piante da parassiti e malattie è più conveniente rispetto alla lotta contro le epidemie. Inoltre, dopo la comparsa di parassiti sulle piante, la lotta per eliminarli ha tempi lunghi e costi alti. In considerazione dello stretto legame tra la salute delle piante e la protezione ambientale, la FAO incoraggia l’uso di metodi di gestione dei parassiti rispettosi dell’ambiente, attraverso la gestione integrata dei parassiti. In questo modo, l’uso minimo di pesticidi nel controllo dei parassiti contribuisce non solo alla protezione dell’ambiente, ma anche alla protezione degli impollinatori, organismi benefici e nemici naturali dei parassiti.
Qual è la situazione della vite nel mondo. Ha bisogno di più protezione?
È opinione generale che il declino della vite sia un problema sempre più diffuso in molti vigneti di tutto il mondo e che le principali cause della riduzione della produzione e della mortalità siano legate a fattori multipli e interconnessi:
– impatto del cambiamento climatico;
– la perdita della diversità genetica del materiale vegetale attualmente utilizzato e piantato, che limita la resilienza e l’adattabilità del vigneto a stress biotici e abiotici;
– parassiti e malattie emergenti;
– mancanza di formazione continua sulle pratiche migliori (alcuni agricoltori hanno una conoscenza insufficiente sui focolai di parassiti e le malattie).
Il declino della vite può causare un significativo e continuo calo della qualità e della quantità della produzione.
La biodiversità delle viti è in pericolo?
In effetti, come altre biodiversità, quella della vite coltivata dovrebbe essere protetta. Per questo motivo molti paesi hanno come priorità la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali e vengono attuate iniziative per fermare la drastica riduzione dell’agro-biodiversità. La FAO, ad esempio, ha realizzato numerosi progetti per rafforzare la produzione di vite in diversi paesi in via di sviluppo come l’Armenia o la Georgia.
[su_box title=”Chi è Artur Shamilov” style=”noise” box_color=”#5e0230″ title_color=”#fff”] Funzionario agricolo della FAO è dal 2012 a capo del gruppo di esperti sui trattamenti fitosanitari dell’IPPC (convenzione internazionale per la protezione delle piante). Nel 2014 ha lavorato presso l’ufficio regionale della FAO per l’Asia e il Pacifico ed è stato responsabile della supervisione del lavoro di numerosi comitati della Commissione per la protezione delle piante dell’Asia e del Pacifico (APPPC). A partire dal 2016 lavora presso l’Ufficio Regionale FAO per l’Europa e l’Asia Centrale. Dal 2019 è il segretariato dell’IPPC (FAO), membro dell’unità di impostazione degli standard responsabile della stesura degli standard internazionali sulla misura fitosanitaria (ISPM). [/su_box]
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